martes, 17 de septiembre de 2013

Gibilterra. Fra bertucce e vagabondi



- Gibraltar -
         
      
           Gibilterra, metà giugno

 La pista di un aeroporto e una cabina telefonica rossa.
Così si presenta Gibilterra, un paese-nazione protetto da una grande rocca, casa delle prolifere quanto moleste scimmie semi-selvagge della specie Macaca sylvanus. Si dice che tale “nazione” rimarrà sotto il controllo del Regno Unito fino a quando tali bertucce permarranno a vigilare il territorio.
L’avessi saputo prima, le avrei sterminate.
Gibilterra, a livello di territorio, non fa assolutamente parte del Regno Unito: 35 caldi gradi infiltrati nelle vie paradossalmente britanniche, zeppe di turisti della madre patria a petto nudo. Qualche andaluzo sorseggia birra in un classico pub d’oltremanica mentre le notizie mostrano la regina nel suo nuovo vestito da milioni di pounds.
E, a proposito di soldi, i prezzi sono alle stelle (si paga in sterline), e per comprare da mangiare tutti vanno in Spagna, passando periodicamente la ridicola dogana. Dall’altra parte si presenta cruda La linea de la Concepciòn, una insolita residenza per molti italiani e altrettanti stranieri.
Non è in realtà niente di particolare il paesino in questione: qualche lunga spiaggia, qualche bar e molti arabi per strada. Mi ricorda in molte parti Ladispoli, dove il destino promedio di chi non finisce la scuola è quello di diventare parrucchiera (lei) e spacciatore (lui).
La versione nostrana di cheerleader e quarterback…
Ma anche tanti greci, polacchi, russi e tedeschi popolano la cittadina, visto che a Gibilterra si guadagna bene e, di conseguenza, la maggior parte si prende una stanza a La Linea, dove  gli affitti risultano decisamente meno cari. Il settore delle scommesse sportive è il lavoro più richiesto e ben retribuito, mi dice Michele, un simpatico umbro incontrato in piazzetta, che mi confessa che in realtà tutti lavorano lì: ‘8 ore davanti al computer, rispondere 4-5 mail al giorno, vederti una marea di film e 1700 euri a fine mese’.
Un lavoro che solo un italiano può compiere bene fino a fondo…
E sarebbe stata veramente un’uscita facile dal problema “occupazione”, che tuttavia mi assillava. Un tale Barry mi offre la sua casa con tanto di piscina al 17° piano, e, con poche speranze, continuo imperterrito a lasciare CV a destra e a manca, stavolta in versione bilingue.
Conosco anche un tedesco vagabondo: 37 anni, una chitarra e nessun portafoglio.
‘Faccio i miei 4-5 euri quotidiani suonando un paio di canzoni blues per strada. Poi me la godo, una birretta, un caffè e in spiaggia notte e giorno’
È rosso in faccia come tutti i tedeschi vergini e gli faccio i complimenti, per la rara scelta di prendere armi e bagagli e lasciarsi andare per la prima volta nella vita. Mi confessa infatti che quello era il suo primo viaggio.
E pare proprio che lo spirito continui a perseguitarmi, una vita che continua a seguirmi…

Ma sì, ho deciso di prendermi un po’ di pausa infine, troppo da dire e troppo da assimilare…
Il cammino un giorno si fermerà a fare una siesta, ed io con lui...

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