sábado, 25 de mayo de 2013

L'avventura araba



- Mohammed -
A-44, in prossimità di Jaen, 
10 maggio 2013

E continuano le avventure…
Dopo una calma settimana all’insegna di precetti buddisti e rilassanti yoghismi, oggi è indubbiamente sorto un cambio di era: sono passato al musulmanesimo.
E già, perché l’attesa di un’ora e mezza nel bel mezzo dell’autostrada A-4 direzione Andalucia termina quando un Citroen nero si ferma brusco al mio lato.
‘Mohammed’, fa introducendosi.
Il simpatico marocchino è un gran ciarlone, ma non ho problemi a tenergli testa. Nei cinque giorni di chiusura libristica, le uniche relazioni sociali erano state quelle con i simpatici “coinquilini”.
L’autostop dal festival a Madrid era finito con un ‘Se vuoi puoi venire a dormire a casa nostra per stanotte’. Stanco come ero, non rifiutai.
Fatto sta che ne erano passate altre quattro di notti, tra spettacoli di microteatro, yoga in soffitta, South Park notturni e messe buddiste.
Il primo giorno infatti, con un’ora di sonno all’attivo, Fatima mi fa: ‘Vuoi venire a un rituale buddista?? Si canta e poi si mangia’.
Mmm perché no??
Alla fine ero zozzo e stanco, ma quando mi sarebbe ricapitata un’occasione simile?
Ed eccomi circondato da tanti occhi a mandorla, budda d’oro e vecchi inginocchiati al suono del dong del guru. Mi sovviene 2001 Odissea nello spazio.
Partecipiamo ai canti, improvvisando le difficili parole cinesi, non più lunghe di cinque lettere. L’incenso ci rincoglionisce, mentre l’omelia termina con un bambinesco ‘Tanti auguri a te’ e un ‘Buona festa della mamma’, anacronisticamente fuori luogo.
Pochi parlano spagnolo. I pochi che lo fanno cercano di tradurci a somme linee l’omelia.
Vicino a noi una coppia particolare: lei, brutta spagnola convertita al buddismo, lui, brutto cinese nazionalizzato spagnolo.
Ci rimango quando mi dicono che sono sposati.
Perlomeno si rendono utili fornendoci alcuni dettagli interessanti su di loro e sulla loro religione, mentre apprezzavo, fin troppo voracemente, l’enorme quantità di cibo insolito fornito gratuitamente ai “fedeli”.
Madrid è vuota. Ecco che ricomincia Abre los ojos, originale pellicola spagnola ripresa dal più fortunato (solo a livello commerciale) Vanilla Sky.
Non ha l’aria di capitale, anche a dispetto dei quattro grattacieli storti che si vedono in lontananza.
Tanto potrei dire su Lea, Jero, Dani, Fatima e Irene; ma questo non mi sembra né lo spazio né il tempo giusto. Se le strade mentali si incroceranno di nuovo, chissà sarà piacevole ricordarli in queste pagine virtuali..
Ora, seduto in un ristorante marocchino, penso alle interessanti conversazioni con Mohammed. Dopo avermi offerto un lauto pranzo (15 euri m’ha sbarcato!), fa: ‘Io scendo in moschea a pregare per la messa del venerdì’, lasciandomi qui solo a scrivere.
Ancora si sentono i lamenti microfonati del muazin.
Argomento fondamentale dei 300 km condivisi è stata la soppressione sopraffina e subdola della cultura araba da parte del governo statunitense, infiltrato in Palestina tramite Israele e appoggiato dall’Europa.
Senza essere fondamentalista, mi illustra certe pratiche dell’Islam che vengono condannate pesantemente dall’occidente, mostrando una buona coerenza di discorsi.
‘Sai che la siesta è di provenienza araba??’, mi fa. ‘Visto che noi preghiamo cinque volte al giorno, la prima è all’alba. Di conseguenza, dopo il pranzo, viene naturale il pisolino!’
Ma guarda te!
Sputtano un po’ i cattolici, professando fermamente il mio anti-religionismo, intriso di rispetto verso la base delle dottrine.
‘La morale fondante qualsiasi religione è fondamentalmente di ragione civica’, faccio io. ‘Essere propensi a buone azioni, col fine di migliorare sé stessi e gli altri è al principio di ogni qualsivoglia relazione sociale’.
‘E poi viene accusato [l’Islam], di essere poco rispettoso delle altre religioni’, continua. ‘Non è assolutamente vero! Anzi, il contrario. Il verme americano si è infiltrato in tutte le nostre culture e fa vedere al mondo solo quello che vogliono mostrare. E mostrano intollenza e fondamentalismo’.
‘Ma di fondamentalisti ce ne sono anche di cattolici’, faccio io, ‘e fin troppi! Vedi che fine hanno fatto gli indigeni sudamericani…’
E così si va, tra politica e società, tra vita ed economia.
E i cinesi poi’, fo, ‘sono la futura rovina di tutto il nostro sistema, capitalista e filo-americano. E non che sia un bene. C’è sempre un nemico peggiore’.
Eh già’, annuisce con l’aria di chi la sa lunga. ‘Tutti i piccoli negozi chiudono perché gli stronzi, a causa di uno strano patto col governo spagnolo, per i primi due anni di gestione non pagano le tasse dei loro negozi. Ed, al terzo anno, intestano l’attività a un familiare, in modo da evitare altri due anni di imposte’.
‘Se scoppierà una guerra, so contro chi sarà’, fo io catastrofico.
‘Non ci scherzare. In Germania è proibito aprire attività di scarsa qualità, e in questo, i cinesi ci rientrano in pieno. Perlomeno la Germania è pura dai loro sporchi riciclaggi e dalle loro mafie interne. Se scoppierà una guerra, la Merkel sarà il prossimo Fuhrer’.
Sorrido dandogli ragione.
Mi consiglia di andare ad Atlas, ‘un posto per me’, dice; di provare il tè marocchino e di entrare nella cultura araba. Cosa che mi eccita a dir la verità.
Finalmente a Granada, 8 della sera, dopo aver quasi rischiato di passare la notte in autostrada. La macchina di Mohammed improvvisamente si ferma: due ore dal meccanico buzzurro, perso tra gli immensi campi d’ulivo di Jaen, per risolvere un problema tecnico fin troppo banale.
Al momento di pagare l’intervento del meccanico, cascano banconotone dal portafoglio di Mohammed. Scherzando, il buzzurro si prende un biglietto da 100 dicendo: ‘Questo non vale mica!!’.
Ridandoglielo fa semplicemente: ‘Dammi solo qualcosa per un caffè’’.
Un caffè diventati 20.
Gli ultimi kilometri a 160 km\h sono la fine del mio viaggio. Mohammed deve continuare fino a Algeciras, la punta spagnola tendente al Marocco.

Contento di averlo conosciuto, lo saluto con un abbraccio, mentre le luci che illuminano le imponenti nevosi cime della Sierra Nevada mi incitano a garrapatear ancora un po’ prima della meritata siesta.

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