miércoles, 5 de junio de 2013

Kapok e Lechu incontrano il Rambo hippie

- Rambo hippie e il Lechuga -


20 maggio, Granada

Con ardore di ritorno nelle terre dove tradirono Garcia Lorca.
Con ardore di ritorno ad una nuova vita.
Granada è piovosa, così come l’Alpujarra che ho lasciato con un po’ di malinconia. È venerdi, tutti sono in ansia di festa, mentre io, per una volta, non riesco a capire cosa devono sempre festeggiare ‘sti spagnoli.
La pioggia cade antipatica sul mio zaino e sulla mia chitarra, mentre in lontananza sento un ‘Cabezoooon!’.
È Lechu, l’argentino artista di strada conosciuto giusto una settimana prima in quel di Granada. Ha molte abilità circensi e, grazie a queste, riesce a buscarsi la vita da ormai vari anni.
Ma la legge lo persegue, la burocrazia lo attanaglia, il re lo vuole morto.
Perché, si sa, le cose hanno più diritti delle persone: se non lavori non sei benvenuto nel Vecchio Mondo.
O meglio, se non versi i contributi, non sei benvenuto in Europa.
Questa la dura legislazione applicata agli immigranti extra-europei, costretti a sposarsi o a sommettersi alla volontà capitalista di lavorare-dormire, lavorare-dormire. 
E morire.
Queste le grandi preoccupazioni che mi espone il Lechu, nascosto dietro un paio di occhiali con rifinitura verdi da stage. Ha paura di tornare e perdere tutto quello che si è creato in tre lunghi anni. Ha paura di quello che ha lasciato dietro e di quello che potrebbe ritrovare.
Ha paura fondamentalmente di un foglio che non possiede.
Tra una birra e l’altra, sotto la fredda pioggia della Sierra Nevada, ecco che si avvicina un tipo misterioso con una domanda: ‘Non è che sapete dove posso trovare un bastone da camminata?’
Cash Converters.
Sempre e solo Cash Converters.
L’uomo, sulla mezza età, sembra tanto John Locke della serie tv Lost: è vestito tutto di militare con buoni stivali da trekking, ha pochi capelli e una faccia scolpita dalle intemperie della vita.
‘Odio Granada’, ci fa. ‘è così vuota e fredda’.
Verissimo, in tali condizioni, tutto aveva cambiato prospettiva. La turistica Granada era lontana anni luce, anche se con soli 5 minuti si poteva arrivare a passeggiare felicemente per le borghesi strade del centro.
‘Sti cazzi, domani prendo armi e bagagli e me ne vado giù al mare, non ce la faccio a vivere senza. Come cazzo fanno a vivere qui??’
E, con l’aria di chi fa finta di andarsene ma vuole restare, gli offriamo un sorso di birra per farlo sentire più a suo agio, col fine di collezionare le preziose storie che sicuramente aveva nascoste dietro la fredda faccia disillusa.
‘Mi sono rotto il cazzo di come tutto funziona’, fa. ‘Mi sono rotto il cazzo dei politici e dei capi d’ufficio. Mi sono rotto il cazzo della polizia e delle sue repressioni
‘Sapete ragazzi, io ero militare, sono andato in Bosnia, Gambia, Iraq per combattere le loro guerre. E dopo tanti anni, mi buttano in un ufficio di merda della Guardia Civil.
‘Ma non è questo che mi fa incazzare: se volessi potrei tornare senza problemi al vecchio lavoro di militare. Quello che mi fa girare le palle sono tutte le cose che ho scoperto, tutti gli impicci di merda che ci sono sotto.
‘Sto scrivendo un libro su cose che la Commissione non vorrebbe affatto rendere pubbliche, ogni mazzetta e compromesso all’interno del sistema, citando i nomi in maniera simbolica. Zapatero diventa Botero e così via, per associazione…
Comincia a rubricare un fracco di nomi ed organizzazioni, citando cose fin troppo dettagliate per essere ricordate da questo mio breve interludio. Ma sicuramente rimane un grande personaggio il Rambo Hippie, zaino militare caricato con 5 kili di fotocamera analogica e con pochi vestiti.
‘Io qua c’ho qualche amico, oggi un dottore mi ha dato 50 euro, ma comunque voglio camminarmela fino al mare’ il pazzo!. ‘Ah, e scusa Cabezon, passami l’accendino di nuovo’
Continua a piovere e non ho un posto dove dormire.
‘Seguimi’, mi fa il Lechu portandomi nel suo vecchio barrio, ‘seguimi e più tardi vieni a casa mia’.
La piazzetta che mi mostra è vuota: c’è solo una croce con una scritta in verticale, Jovenes sin futuro. Ci ripariamo sotto l’entrata di una casa e un simpatico vecchio arriva e ci fa: ‘Ragazzi, molestate, allontanatevi per favore’.
‘Salutami Franco!!’, strilla sarcastico il Lechu in direzione del vecchio.
Riguardo la croce e mi riprometto di tornarci senza pioggia per una bella foto di ricordo.

Un ricordo per i giovani senza futuro.

No hay comentarios:

Publicar un comentario