| - Rambo hippie e il Lechuga - |
20 maggio, Granada
Con ardore di ritorno nelle terre dove
tradirono Garcia Lorca.
Con ardore di ritorno ad una nuova vita.
Granada è piovosa, così come l’Alpujarra
che ho lasciato con un po’ di malinconia. È venerdi, tutti sono in ansia di
festa, mentre io, per una volta, non riesco a capire cosa devono sempre
festeggiare ‘sti spagnoli.
La pioggia cade antipatica sul mio zaino e
sulla mia chitarra, mentre in lontananza sento un ‘Cabezoooon!’.
È Lechu, l’argentino artista di strada
conosciuto giusto una settimana prima in quel di Granada. Ha molte abilità
circensi e, grazie a queste, riesce a buscarsi
la vita da ormai vari anni.
Ma la legge lo persegue, la burocrazia lo
attanaglia, il re lo vuole morto.
Perché, si sa, le cose hanno più diritti
delle persone: se non lavori non sei benvenuto nel Vecchio Mondo.
O meglio, se non versi i contributi, non
sei benvenuto in Europa.
Questa la dura legislazione applicata agli
immigranti extra-europei, costretti a sposarsi o a sommettersi alla volontà
capitalista di lavorare-dormire, lavorare-dormire.
E morire.
Queste le grandi preoccupazioni che mi
espone il Lechu, nascosto dietro un paio di occhiali con rifinitura verdi da stage. Ha paura di tornare e perdere
tutto quello che si è creato in tre lunghi anni. Ha paura di quello che ha lasciato
dietro e di quello che potrebbe ritrovare.
Ha paura fondamentalmente di un foglio che
non possiede.
Tra una birra e l’altra, sotto la fredda
pioggia della Sierra Nevada, ecco che si avvicina un tipo misterioso
con una domanda: ‘Non è che sapete dove posso trovare un bastone da camminata?’
Cash Converters.
Sempre e solo Cash Converters.
L’uomo, sulla mezza età, sembra tanto John
Locke della serie tv Lost: è vestito tutto di militare con buoni stivali da
trekking, ha pochi capelli e una faccia scolpita dalle intemperie della vita.
‘Odio Granada’, ci fa. ‘è così vuota e
fredda’.
Verissimo, in tali condizioni, tutto aveva
cambiato prospettiva. La turistica Granada era lontana anni luce, anche se con
soli 5 minuti si poteva arrivare a passeggiare felicemente per le borghesi
strade del centro.
‘Sti cazzi, domani prendo armi e bagagli e
me ne vado giù al mare, non ce la faccio a vivere senza. Come cazzo fanno a
vivere qui??’
E, con l’aria di chi fa finta di andarsene
ma vuole restare, gli offriamo un sorso di birra per farlo sentire più a suo
agio, col fine di collezionare le preziose storie che sicuramente aveva nascoste
dietro la fredda faccia disillusa.
‘Mi sono rotto il cazzo di come tutto
funziona’, fa. ‘Mi sono rotto il cazzo dei politici e dei capi d’ufficio. Mi
sono rotto il cazzo della polizia e delle sue repressioni
‘Sapete ragazzi, io ero militare, sono
andato in Bosnia, Gambia, Iraq per combattere le loro guerre. E dopo tanti
anni, mi buttano in un ufficio di merda della Guardia Civil.
‘Ma non è questo che mi fa incazzare: se
volessi potrei tornare senza problemi al vecchio lavoro di militare. Quello che
mi fa girare le palle sono tutte le cose che ho scoperto, tutti gli impicci di
merda che ci sono sotto.
‘Sto scrivendo un libro su cose che la
Commissione non vorrebbe affatto rendere pubbliche, ogni mazzetta e compromesso all’interno
del sistema, citando i nomi in maniera simbolica. Zapatero diventa Botero e così
via, per associazione…
Comincia a rubricare un fracco di nomi ed
organizzazioni, citando cose fin troppo dettagliate per essere ricordate da
questo mio breve interludio. Ma sicuramente rimane un grande personaggio il
Rambo Hippie, zaino militare caricato con 5 kili di fotocamera analogica e con pochi
vestiti.
‘Io qua c’ho qualche amico, oggi un
dottore mi ha dato 50 euro, ma comunque voglio camminarmela fino al mare’ il
pazzo!. ‘Ah, e scusa Cabezon, passami l’accendino di nuovo’
Continua a piovere e non ho un posto dove
dormire.
‘Seguimi’, mi fa il Lechu portandomi nel
suo vecchio barrio, ‘seguimi e più tardi
vieni a casa mia’.
La piazzetta che mi mostra è vuota: c’è
solo una croce con una scritta in verticale, Jovenes sin futuro. Ci ripariamo sotto l’entrata di una casa e un
simpatico vecchio arriva e ci fa: ‘Ragazzi, molestate, allontanatevi per
favore’.
‘Salutami Franco!!’, strilla sarcastico il
Lechu in direzione del vecchio.
Riguardo la croce e mi riprometto di
tornarci senza pioggia per una bella foto di ricordo.
Un ricordo per i giovani senza futuro.
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